Quando si va in pensione Requisiti e opzioni

Quando si va in pensione? Requisiti e opzioni

21 Mar 2024
Scritto da Redazione Previdenza Cooperativa
Quando si va in pensione Requisiti e opzioni

Nel nostro Paese i requisiti per il pensionamento non sono univoci, ma dipendono da numerosi fattori quali, ad esempio, il genere o la tipologia di lavoro svolto.

Inoltre, si tratta di condizioni che possono mutare di anno in anno, tipicamente in sede di approvazione della Legge di Bilancio, ovvero quella legge che definisce annualmente le entrate e le uscite dello Stato, nel rispetto di precisi vincoli imposti dall’Unione Europea.

In questo articolo vedremo, sulla base di quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2024, quali sono i requisiti per accedere al pensionamento nel 2024 per i lavoratori privati e quali sono le possibilità di uscita anticipata dal mondo del lavoro, a partire da Quota 103, passando per Opzione Donna, APE Sociale e per il trattamento riservato a chi svolge lavori gravosi (come quelli legati all’edilizia).

Chiuderemo analizzando una particolare opportunità offerta a coloro che scelgono di aderire a un fondo pensione negoziale come Previdenza Cooperativa: la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA)

Pensione di vecchiaia

Nel nostro Paese l’età minima per il pensionamento, a livello generale e per entrambi i generi, è fissata a 67 anni. Oltre al requisito anagrafico, tuttavia, è necessario possedere anche un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni.

Tuttavia, per i lavoratori cosiddetti “contributivi puri”, ovvero coloro che hanno iniziato a versare i propri contributi dopo il 31 dicembre 1995, la normativa prevede un requisito aggiuntivo: l’assegno pensionistico deve essere almeno pari all’assegno sociale, che per il 2024 è stato fissato a 534,41 euro mensili.

Ricordiamo, infine, che si può accedere alla pensione ordinaria di vecchiaia con:

  • 71 anni di età;
  • 5 anni di anzianità contributiva, a prescindere dall’importo soglia.

Pensione anticipata

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia anticipata, questa è indipendente dall’età del pensionando ma impone dei requisiti di anzianità contributiva, ovvero:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne.

Pensione anticipata contributiva

Anche in caso di anticipo della pensione di vecchiaia, i “contributivi puri” devono possedere dei requisiti specifici:

  • gli uomini e le donne senza figli devono avere almeno 64 anni di età, 20 anni di contributi e un assegno pensionistico pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale;
  • le donne con un solo figlio devono avere almeno 64 anni, 20 anni di contributi e una pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale;
  • le donne con due figli o più devono avere 64 anni, 20 anni di contributi e una pensione pari ad almeno 2,6 volte l’assegno sociale.

In ogni caso, l’importo dell’assegno non deve superare 5 volte l’assegno sociale fino a che il pensionato non compia i 67 anni.

Quota 103

La Legge di Bilancio ha confermato per il 2024 la cosiddetta Quota 103, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro per chi possiede i seguenti requisiti:

  • 62 anni di età anagrafica;
  • 41 anni di età contributiva. 

Per valutare la scelta di andare in pensione con Quota 103, occorre tuttavia tenere ben presenti i seguenti fattori caratterizzanti questa forma di anticipo pensionistico:

  • l’importo dell’assegno pensionistico viene calcolato interamente con il metodo contributivo, anche nel caso di pensionati che abbiano iniziato a lavorare prima del 1996, dunque avrebbero diritto a parte dell’assegno calcolato con il metodo retributivo che, basandosi sull’ultima retribuzione anziché sui contributi effettivamente versati, risulta essere finanziariamente più vantaggioso;
  • rispetto al 2023, si allungano le cosiddette “finestre di uscita”, cioè il tempo che intercorre tra il compimento dell’età anagrafica necessaria e il momento del pensionamento; si passa a 7 mesi per i lavoratori privati (erano 3 mesi nel 2023);
  • l’assegno pensionistico non può superare di 4 volte l’importo della pensione minima (per il 2024 questo importo è pari a 2.394,44 euro mensili), fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni, come abbiamo visto);
  • non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo, mentre si possono svolgere prestazioni occasionali nel limite massimo di 5.000 euro lordi al mese.

Chi, nonostante abbia diritto ad andare in pensione con Quota 103, vi rinuncia, può beneficiare del cosiddetto bonus Maroni, che consiste nel sommare all’importo netto dello stipendio anche i contributi a carico del lavoratore che l’azienda paga al dipendente anziché versarli all’INPS.

Opzione donna

Confermato anche per il 2024, Opzione donna rappresenta un’opportunità di anticipo pensionistico per le lavoratrici in possesso dei seguenti requisiti:

  • anzianità contributiva pari ad almeno 35 anni;
  • età anagrafica pari a 59 anni per chi ha più di un figlio, 60 anni per chi ha almeno un figlio, 61 anni per chi non ha figli;
  • appartenenza a una delle seguenti categorie: caregiver (cioè donne che si occupano di familiari con disabilità), invalide almeno per il 74% oppure disoccupate.

Anche in questo caso l’assegno si determina interamente con il calcolo contributivo.

APE Sociale

Anche l’APE Sociale è stata confermata per l’anno in corso. Essa consiste nella pensione anticipata cui possono accedere particolari categorie di persone:

  • disoccupati;
  • caregiver;
  • invalidi almeno per il 74%;
  • lavoratori che svolgono mansioni gravose (ad esempio autisti di mezzi pesanti, operai edili, ecc.).

In questo caso, i requisiti necessari per anticipare il pensionamento sono i seguenti:

  • 63 anni e 5 mesi di età anagrafica;
  • 30 anni di anzianità contributiva, che salgono a 36 per i soli lavoratori che svolgono mansioni gravose.

Vediamo le caratteristiche del beneficio:

  • l’assegno pensionistico non può superare i 1.500 euro lordi mensili
  • non è contemplata la tredicesima, come accade per la pensione ordinaria, fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni);
  • non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo, mentre si possono svolgere prestazioni occasionali nel limite massimo di 5.000 euro lordi al mese.

Anticipo lavoratori precoci

Per coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età esiste l’opportunità di anticipare la pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi

Il beneficio è fruibile però soltanto se gli interessati:

  • hanno lavorato per almeno 12 mesi prima di compiere 19 anni di età;
  • rientrano tra le categorie individuate per l’APE sociale, dunque disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori con mansioni gravose.

Anticipo per lavori gravosi e usuranti

Esiste un’ulteriore opportunità per chi svolge i cosiddetti lavori gravosi (operai edili, insegnanti di asilo, infermieri, autisti di mezzi pesanti, ecc.). 

Questi soggetti possono anticipare l’uscita se in possesso dei seguenti requisiti:

  • 36 anni di contributi;
  • 66 anni e 7 mesi di età.

Per i lavori usuranti, ritenuti fisicamente più impattanti di quelli gravosi, l’anticipo è maggiore. In questo caso, i requisiti sono i seguenti:

  • 61 anni e 7 mesi di età;
  • 35 anni di contributi.

Facciamo qualche esempio di lavoro usurante: impieghi in miniera o comunque in spazi di lavoro piccoli e angusti, in fornaci, nelle cave, ecc.

Pensione anticipata e fondo pensione: la RITA

Chiudiamo ricordando che, oltre alle opportunità di pensionamento anticipato offerte dalla previdenza obbligatoria, chi ha aderito a un fondo pensione come Previdenza Cooperativa può accedere a un ulteriore beneficio: la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).

Si tratta di una delle prestazioni riconosciute dalla previdenza complementare che consente di accedere in anticipo, in tutto o in parte, al montante accumulato nel fondo pensione.

Di seguito i requisiti necessari per farne richiesta:

  • cessazione dell’attività lavorativa;
  • almeno 20 anni di contributi versati nella previdenza obbligatoria;
  • almeno 5 anni di permanenza in forme pensionistiche complementari;
  • raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi alla cessazione dell’attività lavorativa.

Quest’ultimo requisito può salire a 10 anni nel caso in cui, alla cessazione dell’attività lavorativa, segua un periodo di inoccupazione superiore a 24 mesi.

In un contesto previdenziale come quello italiano, con periodiche modifiche dei requisiti anagrafici e contributivi, e, spesso, degli importi minimi e massimi degli assegni, è dunque fondamentale dotarsi di un’opportuna integrazione volta a preservare il proprio tenore di vita anche in casi complessi, come può essere una disoccupazione involontaria in prossimità del pensionamento.

L’adesione alla previdenza complementare, e a un fondo pensione negoziale nello specifico, rappresenta dunque un valido supporto per integrare l’assegno pensionistico pubblico e mantenere il proprio stile di vita nel periodo della pensione.

Per conoscere la data in cui si matura il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata e per maggiori informazioni sugli scenari pensionistici, è possibile utilizzare gli appositi strumenti di simulazione INPS, uno ad accesso libero, “PensAMi”, e l’altro che necessita delle credenziali personali dell’utente, “La mia pensione futura”.

Per assistenza in materia di previdenza sociale è possibile recarsi presso uno dei nostri patronati convenzionati.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota Informativa.

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