Due uomini d'affari in camicia che discutono documenti in una riunione in ufficio, simboleggiando le preoccupazioni sul TFR nel fondo pensione in caso di crisi aziendale.

TFR nel fondo pensione: cosa succede in caso di crisi aziendale

20 Nov 2025
Scritto da Previdenza Cooperativa
Due uomini d'affari in camicia che discutono documenti in una riunione in ufficio, simboleggiando le preoccupazioni sul TFR nel fondo pensione in caso di crisi aziendale.

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) rappresenta una somma di denaro che il lavoratore dipendente accumula nel corso della propria carriera lavorativa. Tale importo viene corrisposto al termine  del rapporto di lavoro (dimissioni, licenziamento, pensionamento, ecc.) e ha lo scopo di garantire un sostegno economico nel periodo successivo alla cessazione dell’attività lavorativa

La domanda che molti lavoratori si pongono è: conviene lasciare il TFR accantonato in azienda, oppure è meglio destinarlo a un fondo pensione?

In questo articolo faremo una panoramica iniziale sulle modalità di scelta di destinazione del TFR, per poi analizzare i rischi in caso di crisi aziendale se il lavoratore decide di lasciarlo in azienda, soprattutto se quest’ultima ha meno di 50 dipendenti.

Vedremo poi in che modo la scelta di destinare il TFR al fondo pensione possa tutelare maggiormente questo importante “tesoretto” accumulato nel tempo.

Scopriremo infine le ulteriori tutele riservate a chi opta in particolare per un fondo pensione negoziale come Previdenza Cooperativa.

TFR: lasciarlo in azienda o destinarlo al fondo pensione?

Come anticipato, il TFR è una “quota di retribuzione” accantonata mensilmente dal datore di lavoro ma non corrisposta immediatamente al lavoratore, bensì differita nel tempo.

La scelta di destinazione

Entro sei mesi dall’inizio del rapporto di lavoro, ogni dipendente è chiamato a prendere una decisione importante riguardo al proprio TFR:

  1. mantenerlo in azienda, con liquidazione al termine del rapporto di lavoro;
  2. destinarlo al fondo pensione, avviando così un percorso di previdenza complementare.

Se, decorsi i 6 mesi, il lavoratore non prende una decisione, il TFR viene automaticamente conferito al fondo pensione previsto dal CCNL applicato (la cosiddetta adesione tacita). 

Se invece, durante i 6 mesi o in qualunque momento successivo, il lavoratore sceglie di destinare il TFR al fondo pensione, questo viene accumulato e investito per avviare un progetto previdenziale integrativo (adesione esplicita).

Per approfondire, invitiamo a consultare l’approfondimento Come aderire al Fondo Previdenza Cooperativa.

Infine, se si sceglie di lasciare il TFR in azienda, questa somma resta nella disponibilità del datore di lavoro e viene rivalutata annualmente in funzione dell’inflazione. 

In caso di crisi o fallimento dell’azienda, tuttavia, il TFR rischia di non essere immediatamente o completamente corrisposto al lavoratore. Al contrario, destinare il TFR a un fondo pensione negoziale come Previdenza Cooperativa significa mettere la somma al riparo da eventuali crisi aziendali, come vedremo.

TFR lasciato in azienda: i rischi in caso di fallimento

La gestione del TFR lasciato in azienda cambia in base alla dimensione dell’impresa.

Le aziende con più di 50 dipendenti sono obbligate a versare le somme maturate al Fondo di Tesoreria INPS, che si occupa della gestione e rivalutazione del TFR.

Al contrario, le imprese con meno di 50 dipendenti trattengono direttamente il TFR, accantonandolo internamente e rivalutandolo ogni anno.

Questo significa che, nelle realtà più piccole, il TFR resta nelle casse dell’impresa e il dipendente diventa un “creditore” verso l’azienda per la somma che gli spetta al termine del rapporto lavorativo.

Il rischio di insolvenza

In caso di crisi o fallimento aziendale, il TFR accantonato internamente potrebbe diventare un credito non facilmente riscuotibile

Se l’azienda diventa insolvente, infatti, il lavoratore deve presentare una richiesta formale per essere riconosciuto tra i creditori, avviando un iter burocratico spesso lungo e complesso.

In queste situazioni, non è garantito il recupero dell’intera somma maturata, e i tempi di liquidazione possono risultare incerti e prolungati.

L’Intervento del Fondo di Garanzia INPS

In soccorso dei lavoratori è previsto il Fondo di Garanzia INPS, istituito proprio per intervenire quando l’azienda non è più in grado di pagare il TFR. Questo fondo assicura un rimborso parziale o totale, ma l’accesso a questa tutela deve essere formalizzato dal lavoratore e comporta comunque una serie di passaggi amministrativi che possono allungare i tempi di incasso.

In altre parole, pur essendo prevista una forma di tutela, lasciare il TFR in azienda espone il lavoratore a un rischio concreto legato alla capacità dell’impresa di far fronte ai propri obblighi, con possibili ritardi e incertezze sul recupero del capitale.

TFR nel fondo pensione: una tutela fondamentale

Destinare il TFR a un fondo pensione rappresenta quindi una strategia efficace non solo per costruire una pensione integrativa, ma anche per proteggere questo importante accantonamento.

Nel momento in cui il TFR viene trasferito a un fondo pensione negoziale, come Previdenza Cooperativa, la somma non resta più nelle disponibilità dell’azienda, ma entra a far parte di un patrimonio completamente separato da quello del datore di lavoro

Tale patrimonio, peraltro, è custodito presso una banca depositaria, a sua volta indipendente da chi gestisce gli investimenti e dal Fondo stesso.

La tutela della separazione patrimoniale

Un’importante vantaggio nel destinare il TFR a un Fondo pensione è la separazione patrimoniale: è come se i soldi fossero custoditi in una “cassaforte esterna”, al sicuro da eventuali difficoltà finanziarie dell’impresa. Ciò fa sì che, anche in caso di crisi o fallimento dell’impresa, il TFR destinato al fondo pensione resti protetto.

Inoltre, le somme versate nel fondo pensione, inclusi i contributi derivanti dal TFR, sono non pignorabili da eventuali creditori o nel contesto di procedure fallimentari aziendali. Di conseguenza, nemmeno i tribunali possono disporne l’utilizzo per saldare debiti aziendali, offrendo così una tutela ulteriore per i lavoratori che scelgono di aderire a un fondo pensione.

Conclusioni

In sintesi, la scelta di destinare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) a un fondo pensione negoziale come Previdenza Cooperativa rappresenta una decisione chiave per mettere al riparo questo importante accantonamento in caso di crisi o fallimento aziendale.

Mentre lasciare il TFR in azienda, soprattutto quelle sotto i 50 dipendenti, comporta il rischio di incorrere in difficoltà e lungaggini nel recupero della somma in situazioni di insolvenza, aderire a un fondo pensione garantisce:

  • la separazione patrimoniale del capitale dall’azienda;
  • la non pignorabilità dei fondi.

È consigliabile pertanto informarsi sulle modalità di adesione al fondo pensione previsto dal proprio CCNL o settore di appartenenza, per scegliere consapevolmente la strada che meglio tutela il futuro previdenziale.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota Informativa.

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